Quasi 125 ettari di spazi verdi inseriti nel contesto urbano di una grande metropoli come Madrid. Stiamo ovviamente parlando del meraviglioso Parque de El Retiro, una meta imprescindibile per turisti e madrileñi nelle belle giornate di sole che solo la Spagna sa regalare.
Quando viaggiamo, amiamo sempre trascorrere qualche ora nei parchi della capitali, specialmente quando sentiamo l’esigenza di prendere una pausa dalle visite ai musei o semplicemente dalla calca quotidiana. E Madrid, con la sua immensa oasi lussureggiante, non fa eccezione. Il suo parco più bello coniuga sport e svago ed è talmente grande che ci vuole Google Maps alla mano per girarlo senza perdercisi dentro.
Oltre a questo, fra aiuole coloratissime e giochi d’acqua, c’è anche l’aspetto storico del parco da tenere in considerazione: i giardini furono progettati nel XVII secolo per conto della famiglia reale e sono stati aperti al pubblico solo alcuni secoli più tardi.
Quali sono i punti di maggior interesse del parco?
Ci sono diversi punti di accesso al parco, quello principale però è quello in Plaza de la Indipendencia, in corrispondenza della Puerta de Alcalá. Da qui si può scegliere quale percorso intraprendere o quale attività svolgere. Per chi è amante delle due ruote, è possibile noleggiare le biciclette con il servizio BiciMAD (c’è un punto di ritiro automatico appena fuori dal parco). In alternativa si possono affittare le barchette a remi che fanno il giro del laghetto. Un’esperienza da non perdere! Ogni barca ospita al massimo 4 persone e il giro dura 45 minuti, il tempo necessario per spassarsela senza stancarsi. Remare comunque è più semplice di quanto si possa pensare anche se, a tratti, pare di stare sugli autoscontri e il rischio di collisione con altre imbarcazioni è sempre dietro l’angolo. A noi un paio di “lo siento mucho” sono sfuggiti!
Info sull’Embarcadero de El Retiro
- Sito web del Turismo Madrid
- Prezzo per barca: 6€ da Lunedì a Venerdì / 8€ Sabato e Domenica + Festivi
- Orario noleggio: Lun-Dom 10.00 – 17.30/20.30 (a seconda del periodo dell’anno)
Fuente de los Galápagos
Eccola, la prima grande fontana che si incontra oltre l’ingresso, dopo il lungo viale alberato in salita.
Estanque Grande
Il laghetto artificiale, situato subito dopo l’Embarcadero, è il punto focale dell’intero parco. E’ stato progettato dall’architetto Cristobal de Aguilera fra il 1634 e il 1636 e ha cambiato destinazione d’uso nel corso dei secoli: all’inizio veniva utilizzato per mettere in scena spettacoli acquatici, battaglie navali e naumachie, ora invece è una nota attrazione turistica. Tutti amano passare qualche ora qui: c’è chi si siede su una panchina a leggere un libro, chi fa jogging, chi pattina sui roller blade lungo il viale, chi si ferma ad ascoltare gli artisti di strada che intonano canzoni dal ritmo andaluso. Si riesce proprio a percepire un clima lento e rilassato, interrotto solamente dal chiacchiericcio dei passanti e dallo scroscio d’acqua delle fontane in lontananza.
Attorno al lago ci sono diversi chioschetti ma il caffè conviene decisamente prenderlo fuori. Abbiamo sentito dire che sono un pochino overpriced; insomma non esattamente economici in termini di costi!
Monumento dedicato ad Alfonso XII
L’imponente statua equestre dell’ex-sovrano spagnolo, posta sopra una colonna di marmo alta 30 metri, risale al 1922 e si trova al centro del monumentale colonnato semicircolare situato nella parte orientale dell’Estanque Grande. Per provare a cogliere il suo aspetto solenne bisogna girarci attorno e cambiare più volte punto di vista, cosa che si può fare avvicinandosi via terra oppure in barca. Tra l’altro, sotto la statua, la struttura a gradoni è perfetta per una breve sosta o per il pranzo al sacco, specialmente in giornate soleggiate.
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Palacio de Cristal
Immerso nella natura e situato in riva ad un laghetto: questa spettacolare struttura è un esempio impeccabile di “architettura del ferro”. E’ stato progettato e costruito dall’architetto Ricardo Velázquez Bosco nel 1887 per ospitare un’immensa serra di piante tropicali in occasione di una mostra sulle Filippine. Venne poi restaurato nel 1975 e da allora è sotto la tutela del Museo Centro de Arte Reina Sofía, che all’interno vi allestisce periodicamente esposizioni di arte contemporanea. Sfortunatamente temevamo di trovarlo chiuso l’1 gennaio ed infatti, così è stato. Siamo dovute tornare qualche giorno dopo per poter passeggiare fra le sue ampie vetrate longitudinali, colpite dalla calda luce pomeridiana. Il Palacio de Cristal è stato nella nostra wishlist per molto tempo e finalmente siamo riuscite a toglierci la soddisfazione di entrarci.
Fate caso alla cascatella sul lato destro del palazzo: grazie al passaggio scavato nella roccia è possibile camminare sotto il potente getto d’acqua che scorre. Tenete pronte le macchine fotografiche in questo punto: gli angoli instagrammabili si sprecano!
Palacio de Velázquez
Il secondo palazzo del parco si trova poco distante dal Palacio de Cristal ed è il Palacio de Velázquez, costruito dallo stesso architetto del precedente e anch’esso utilizzato per accogliere mostre temporanee. Non potrebbe essere più diverso dal “fratello” che gli sta affianco nonostante la stessa dichiarazione d’intenti: facciata color rosso mattone, richiami di stile moresco, decorazioni fatte di azulejos e rilievi in stucco.
Info utili su Palacio de Cristal e Palacio de Velasquez:
- Ingresso Gratuito
- Novembre-Marzo: 10.00-18.00 / Aprile-Settembre: 10.00-22.00 / Ottobre: 10.00-19-00
- Chiuso 1 e 6 Gennaio, 2 Maggio, 25 e 1 Dicembre
La Rosaleda
Questa parte del parco è uno spettacolo da vedere soprattutto durante i mesi primaverili, quando oltre 4000 rose cominciano a fiorire e ad inondare di colore il magnifico roseto di forma ellittica risalente al 1915 e realizzato dal primo giardiniere del parco, Cecilio Rodriguez. Purtroppo in inverno non fa lo stesso quindi vorrà dire che dovremo tornare a Maggio per poterlo vedere all’apice dello splendore!
Il bosco degli scomparsi
L’angolo più significativo del parco è sicuramente quello del Bosque de los Ausentes (in spagnolo), una zona composta da 192 alberi (22 olivi e 170 cipressi) che commemorano ciascuna delle vittime dell’attentato avvenuto nel 2004. La splendida area verde, oltre ad avere un significato simbolico molto forte, è particolarmente amata dai turisti in estate perché offre diverse zone d’ombra in cui rifugiarsi nelle ore più calde.
Jardín del Parterre
Questo magnifico giardino alla francese fa parte dei vecchi giardini di corte annessi al Palacio del Buen Retiro e fatti costruire da Filippo IV nel 1630, che nel tempo hanno subito diversi restyling e cambiamenti. Quella che è rimasta è la disposizione geometrica degli elementi che ancora oggi si conserva in una generale simmetria della vegetazione e delle aiuole. La cosa interessante di questi giardini è soprattutto l’aspetto botanico: l’ahuehuete di origine messicana sul lato sinistro è una specie molto longeva che potrebbe avere migliaia di anni mentre il cipresso calvo di origine mediterranea pare abbia la bellezza di 500 anni.
Esattamente al centro dei giardini, è stato posto il Monumento a Jacinto Benavente che rappresenta un omaggio al Teatro nella figura di uno dei più grandi drammaturghi della storia spagnola. Il monumento si trova su un doppio gradino, circondato da vegetazione ornamentale su cui poggia la scultura bronzea di una donna greca dall’aspetto ieratico che alza le braccia verso il cielo, tenendo una maschera sulla testa (simbolo per eccellenza del teatro appunto). La figura è sostenuta da un piedistallo granitico su cui sono posti vari elementi come il busto del profilo di Jacindo Benavente e una corona d’alloro.
La fontana dell’angelo caduto
Il Parque de El Retiro pullula di fontane, grandi o piccole che siano. Ci siamo soffermate su una in particolare però, quella al cui centro sorge una statua insolita: una raffigurazione non di un angelo, bensì di Lucifero mentre cade dal paradiso. Sulla base ci sono dei serpenti (una chiara iconografia del male) mentre i getti d’acqua fuoriescono da una serie di bocche dall’aspetto demoniaco. Costruita nel 1874, la figura dall’espressione contorta e disperata si rifà ad una importante opera letteraria di Milton, “Paradiso Perduto” appunto. Interessante è il velo di mistero che riveste questa statua e il passato sinistro ad essa legato: si dice infatti che, negli anni successivi alla sua costruzione, questo luogo fu teatro di riti esoterici. Mah, sarà vero?!
L’itinerario sulla mappa
Ci sono anche altri punti del parco che meriterebbero una visita e che però non abbiamo fatto a tempo ad esplorare, ma si sa: non si può far tutto! Vorrà dire che la prossima volta toccherà a quelli.